1° Lettera agli amici del Cammino degli Angeli
Assisi, 24 gennaio 2008
Cari amici,
come ormai molti di voi sanno, a luglio abbiamo traversato per la prima volta il tratto Roma-Assisi del nostro Cammino. Inizia ora una lunga e complessa fase di contatto con tutte le Amministrazioni, a primavera sistemeremo i (pochi) punti che non hanno retto bene alla prova del passaggio con un gruppo, ci stiamo – neve permettendo – dedicando alle rifiniture dell’Assisi-Cascia, a Ottobre 2008 porteremo in fiera il primo dépliant, il sito web ha visto ormai la luce e Silvio ha messo su you tube il filmato, ma, per ora, lasciateci essere – semplicemente – soddisfatti del lavoro svolto e della bella avventura di quest’estate, che proverò a ripercorrere, in due parole, per chi non c’è stato. Castel Sant’Angelo La tappa romana , preparata dalla Guida Ambientale Escursionistica di Four Season Riccardo Schiavo ci incuteva un po’ di timore, ma è filata via benissimo. Se riusciremo prima o poi ad avere un contatto con il Comune di Roma potremo segnalare anche quei 3 – 400 metri di marcia – piede che mancano (di più non sono) per percorrere i 18 km fino a Isola Farnese in completa sicurezza. Bravo Riccardo! Diciamolo subito, l’appoggio di Katrin Dehne (di Insight Italy ), instancabile sul suo attrezzatissimo furgone è stato determinate, a partire dal mattino quando, era ancora buio, riposavamo sugli spalti di Castel Sant’Angelo; lì abbiamo trascorso – così avevo desiderato per la nostra “prima” – una veglia d’armi. Data la discutibile compagnia, non è stato difficile restare svegli, anche se la zona era sufficientemente presidiata… Far colazione con il pane di segale fatto in casa, burro, marmellata, the, caffé e uova sode tra gli impasticcati che uscivano stravolti dalla discoteca ci ha rincuorati davvero. Ed è stata solo la prima delle tante volte che dal furgone di Katrin, come dal cilindro del prestigiatore, sono uscite meraviglie inaspettate, come bevande fresche (c’era un piccolo frigorifero) scatolette di tutti i tipi, frutta, panini imbottiti… Quanto alla notte, la prima notte sotto le stelle, nel cortile della Parrocchia di San Pancrazio è filata via benissimo. E l’emozione dell’arrivo a Isola, dove si capisce che la città finalmente è finita e un pomeriggio passato alla cascata… Già conoscevamo la Parroc Parco di Veio chia, che ci aveva ospitato esausti nel 2006 quando, a causa delle cancellate abusive che chiudono l’antica Via Veientana ci siamo dovuti fare chilometri e chilometri su asfalto con i due asinelli di Gabriele. Acqua passata, e Gabriele Müller è stata dei nostri fino a Orte, quando, richiamata in Germania da impegni familiari ha dovuto separarsi dal gruppo. La traversata del Parco di Veio dopo i 18 km di città del giorno prima è stata un sogno, a parte le temperature africane che hanno caratterizzato l’intero Pellegrinaggio… L’ambiente misterioso del Biotipo del Follettino , ci regala il primo assaggio dei grandi fossi che caratterizzano il paesaggio Viterbese. Il Follettino Fa tristezza il Santuario – perennemente chiuso – della Madonna del Sorbo . Così, in posizione strategica sulla Via Francigena, sul Cammino degli Angeli, sul Cammino della Luce, pellegrinaggi che di necessità, driblando recinzioni abusive e cementificazione selvaggia, condividono questa tappa di avvicinamento a Roma, che magnifico Ostello che potrebbe diventare! E abbiamo anche saputo che il Parco lo vorrebbe utilizzare come Centro di Educazione Ambientale, in una zona che, più di altre, ne ha un gran bisogno. Chissà che per una volta il buon senso non prevalga sugli interessi di parte e questo magnifico monastero non possa animarsi di nuovo di voci e di vita. Arrivati a Campagnano Romano, siamo ospiti della Parrocchia di San Giovanni ; don Renzo è fuori, ma si occupano di noi Sergio e alcune signore della Parrocchia; finalmente una doccia e una cena calda! Siamo in un posto tappa della Via Francigena e conosciamo una coppia del Nord che, con due figli, sta facendo il tratto Siena Roma, mentre noi siamo appena all’inizio! Il giorno dopo, rilassati e tranquilli, abbordiamo una delle due tappe brevi: abbiamo deciso di lasciarci il tempo per gustare, oggi, la forra del Treja e, domani, il Santuario di Sant’Elia. Certo, fra le prime cose che faremo appena avremo quattro soldi per i pali sarà un cavalcone un po’ meno medievale, magari con un mancorrente di corda ancorata a un paio di spit… se penso che con l’acqua ai minimi storici già si passa male mi immagino a primavera… Guado sul Treja E di sorpresa in sorpresa, con una temperatura tropicale, arriviamo a Mazzano , dove, dopo abbondante lavaggio all’antica fonte romana, che purtroppo è oggetto di un continui “saccheggi”, ad aspettarci troviamo una cara conoscenza dell’anno scorso: eravamo arrivati un po’ distrutti – un paio di tronchi caduti bloccavano il passo agli asini sullo stretto passaggio del Treja e avevamo dovuto segarli con machete e seghetto – per cui ci fermammo lì, a Mazzano, a dormire alla fonte romana. Il proprietario dell’orto ci fornì di uova e zucchine, che finirono in padella, e Francesco Castelletti, un mazzanese un po’ speciale, passò la serata con noi cenando sotto le stelle e portando un contributo di fiori di zucca fritti e simpatia difficile da dimen – ticare. Francesco Castelletti E così, fatte un paio di telefonate, ci porta in Parrocchia, dove abbiamo la graditissima sorpresa di cenare con dei festosi “bambini di Chernobyl”, ospiti dei parrocchiani, e di fare amicizia con don Italo che, in quattro e quattr’otto sgombra la sala polivalente per fare posto una dozzina di stuoini… I bambini di Don Italo E la nostra sveglia arriva, come tutti i giorni, alle 4:00 e, in un silenzio irreale, per non svegliare i bambini, facciamo i bagagli, colazione e ci rimettiamo in marcia per una tappa breve breve, ma che ci è costata mesi di studio, per ritrovare l’antica via tagliata a tratti nel tufo che, dritta come una spada, porta fino a Castel Sant’Elia : non c’era ancora riuscito nessuno e abbiamo a volte disperato di riuscire, dopo tanti e tanti tentativi andati a vuoto, però eravamo sicuri che gli “antichi” – cioè i nonni, che andavano a piedi, non avessero voglia di allungare di due ore il cammino tra un villaggio e l’altro. Poi, detto fra noi, volevamo anche evitare Calcata, che farà pure tanto chic, ma non ci sembrava il luogo più adatto per transitare coi pellegrini … E così, superati due fossi profondi per una splendida via tagliata nel tufo – l’ultimo tratto è stato recentemente risistemato dall’Amministrazione di Castel Sant’Elia, eccoci traversare trionfalmente il ponte medievale (già romano) che supera la forra e che aveva rappresentato l’ambito traguardo della difficile campagna di studio del 2006. L’arrivo a Castel Sant’Elia nel 2006 Poi, la stupefacente magnificenza della Basilica longobarda, col suo Ciclo di San Michele Arcangelo e la dolcezza del Santuario , della grotta, e dei suoi gradini, scavati nella roccia viva, così ripidi che in cima si vede solo cielo, una porta con il cielo dietro … Siamo ospitati di religiosi polacchi che gestiscono il santuario pontificio. Purtroppo la stanchezza inizia a farsi sentire: un pellegrino si ferisce la fronte su un tubo sporgente, Tiziana, che aveva in progetto di fare l’intero itinerario con noi e si era allenata da tempo, accusa un malore che la costringerà sul furgone e per il resto del viaggio. E le tappe dure devono ancora venire. Partiamo alle 5:00, con una certa ansie – tà, per la prima tappa lunga. Che dire di questa giornata? E’ la tappa delle Necropoli , delle rovine di Faleri Novi , della Via Amerina. .. un’intera rivista con centinaia di foto non le renderebbe giustizia… La Via Amerina a Nord di Corchiano Camminare sul basolato – ancora a tratti perfetto – di duemila anni fa, un’emozione difficile da descrivere… E’ anche la tappa degli sterminati noccioleti, dove l’acqua cola goccia a goccia nella calura del pomeriggio, è la tappa di Corchiano , dove ormai, a forza di cercare e smacchiare, al forno ci riconoscono, fino all’arrivo – in salita, come sempre – a Vasanello , e di una meritatissima birra fredda in piazza, davanti allo straordinario Castello, prima di prendere possesso delle stanze della Casa Parrocchiale , messaci a disposizione da Don Enzo, dove possiamo finalmente lavarci, mangiare e … crollare! E’ ancora buio quando mi alzo dal mate – rassino, che ho steso sul terrazzo per ten – tare di salvarmi dal caldo soffocante. Oggi ci aspetta una delle tappe più complesse, con chilometri e chilometri di asfalto. Infatti siamo riusciti solo in extremis a capire a chi chiedere il diritto di passaggio sulla magnifica collina – fondo chiuso – che da Orte porta a Montecampano e così la giornata trascorre, dopo la visita del Santuario della Santissima Trinità di Orte , Il Santuario della SS. Trinità alternando tratturi a tratti asfaltati, assolati e pericolosi; li percorriamo con la certezza che sarà l’ultima volta… Siamo rimasti in pochi e Riccardo torna su da Roma per farci compagnia, in una delle giornate più difficili del nostro pellegrinaggio. Finalmente, dopo un estenuante saliscendi tra le colline amerine, eccoci ad Amelia , con un arrivo tutto in salita, e al suo Albergo per la Gioventù. Prima notte in un letto vero, con fantastica doccia, e al fresco delle spesse mura dell’antico palazzo in pieno centro storico. Decidiamo di concederci una pausa di relax e di mettere la sveglia alle … 5:00 anziché alle 4:00! Verso Montecastrilli Passiamo il ponte sul Rio Grande , inaspettato specchio d’acqua nel paesaggio riarso e ci inerpichiamo collina dopo col – lina sino a Sambucetole , per arrivare a Montecastrilli : dalla piazzetta antistante della Chiesa parrocchiale di San Nicolò possiamo intravedere parte del Cammino già percorso. Ormai l’immagine del Soratte, che ci ha accompagnato tanti giorni, è definitivamente scomparsa dall’orizzonte e noi prose – guiamo per l’Ostello di Acquasparta , dove arriviamo subito dopo pranzo. Un pomeriggio di riposo è quello che ci vuole per prepararci alla tappa più difficile del Pellegrinaggio, la “scala dei Martani”, come ci piace chiamarla da quando siamo partiti. E così è arrivato anche lo spauracchio di questi 1100 metri in salita, che, infilati sopra le ultime tre tappe decisamente poco riposanti ci preoccupavano non poco. Ben diverso sarà per i pellegrini che ci seguiranno che, se vorranno, potranno far tappa al Rifugio dello Scoppio, dividendo la salita in due e arrivando senza difficoltà oltre Giano, all’ Abbazia di San Felice . Lo “Scoppio” Ma per noi non è così e lasciamo dietro le spalle Casette dello Scoppio a metà mattinata, quando Katrin ci raggiunge con furgone e ci rifornisce d’acqua e pa – nini. Ormai non temo più per i nostri due incrollabili pellegrini liguri, Bruno e Luciano , sessantacinque primavere, che hanno rivelato un fisico e una determinazione da ventenni, ma non nascondo che, letta la loro scheda, inviatami da Four Season , mi ero sentito gelare il sangue. Bruno e Luciano Come previsto, i sentieri del “ Martani Trekking” si rivelano impercorribili ogni qual volta entrino nella macchia, e ci facciamo strada attraverso itinerari alternativi che avevamo studiato in precedenza, fino al Camping di Giano dell’Umbria , a circa 600 m slm dove passiamo la notte più fresca da quando siamo partiti. Il gruppo si è di nuovo fatto numeroso (è domenica) e ripartiamo di buon mattino per una tappa che si rivelerà più laboriosa del previsto. Facciamo una piacevolis – sima sosta fra Bastardo e Gualdo Cattaneo, all’Hotel Villa del Marchese dove – davvero a sorpresa – ci hanno preparato una fantastica e abbondantissima colazione che sparisce come per incanto… Poco sopra incrociamo alcune centinaia di pellegrini, diretti ad Assisi per il Perdono, che, scopriamo, camminano da giorni interamente su asfalto. Fra quanto tempo potrà essere segnalato il meraviglioso sentiero che abbiamo tracciato? Il tratturo si inerpica nella macchia, percorrendo antichissime Vie forse non ancora neppure studiate, fino al Poggio delle Civitelle e di lì alla piccola Maestà sopra Limigiano dove per la prima volta, in un bel pomeriggio dell’inverno 2006, ho avuto la consapevolezza di voler intraprendere questo nuovo Cammino. La Maestà di Limigiano E poi, in un attimo siamo giù a Pian d’Arca, il luogo della Predica agli Uccelli. Si dorme a Cannara , all’Ostello, con la consapevolezza di essere ormai a mezza giornata da Assisi . Di primo mattino ci avviamo, e presto incontriamo un anziano pellegrino olandese abbandonato per errore dai suoi: non sa una parola d’italiano, né di inglese, non ha cellulare… per fortuna conosce il francese e Silvio riesce a rimetterlo sulla giusta via. Ancora una volta, qualche segno di ver – nice o almeno una guida ben fatta avrebbe fatto comodo… Ancora pochi passi fra le macchine ed eccoci a Santa Maria degli Angeli , piena di pellegrini come sempre nelle grandi occasioni, dove ci concediamo una lunga sosta per raccoglierci, alla fine del viaggio, in quella Porziuncola che fu tanto cara a Francesco che vi volle essere condotto per incominciare da lì l’ultimo viaggio. La Basilica di Santa Maria degli Angeli Finito l’incubo delle macchine, l’itinerario della Mattonata , ci porta fino alla Basilica . Nemmeno da lì, in cima ad Assisi , lo sguardo può lanciarsi sino a Roma, duecento chilometri a sud: la “scala dei Martani” è lì, a fermare il nostro sguardo e a ricordarci che solo agli Angeli è dato di essere, insieme, in Terra e in Cielo…
Marco Fazion
Stay tuned!
è on line il sito del Cammino www.ilcamminodegliangeli.org
e il filmato di Silvio è su You Tube (cerca “Cammino degli Angeli”)
Per qualsiasi informazione, rivolgiti al 3473782818,
o scrivi a info@ilcamminodegliangeli.org
Gente in Cammino
hanno partecipato all’intera tratta
Marco Fazion – GAE 1 (Guida) Silvio Piorigo – AEN FIE 2 (Aiuto Guida) Bruno Paolino Luciano Vitale
ha partecipato alla tratta Roma – Orte
Gabriele Müller Hefter – AEN FIE
hanno partecipato ad alcune tappe
Francesco Castelletti Monia Chiocci – AEN FIE Katrin Dehne – AEN FIE Tiziana Manganiello – AEN FIE Marzia Molinari – AEN FIE Umberto Peruzzi Sebastiano Peruzzi Riccardo Schiavo – GAE (Guida tappa romana) Stefano Sepiacci – AEN FIE
Roma – Assisi in cifre
Piazza San Pietro – Isola Farnese km 18 Disl. m 120
Isola Farnese – Campagnano Romano km 20 Disl. m 370
Campagnano Romano – Mazzano Romano km 10 Disl. m 75
Mazzano Romano – Castel Sant’Elia km 10 Disl. m 250
Castel Sant’Elia- Vasanello km 22 Disl. m 100
Vasanello – Amelia km 24 Disl. m 350
Amelia – Acquasparta km 24 Disl. m 120
Acquasparta – Giano dell’Umbria km 27 Disl. m 1100
Giano dell’Umbria – Cannara km 29 Disl. m 500
Cannara- Assisi km 10 Disl. m 150
Roma – Assisi, sviluppo totale km 204 Disl. m 2295
Un grazie speciale …
… a tutte le persone speciali che ci hanno accolto lungo il Cammino, e a Katrin , di Insight Italy, che, instancabilmente si è prodigata in ogni modo possibile, riuscendo a farci sentire a casa nostra anche nei luoghi meno ospitali. Ancora, la nostra riconoscenza va a Giancarlo Guerrini , ideatore del Cammino della Luce, la cui profonda conoscenza dell’Antica Via Amerina ci ha aiutato a rintracciare due tappe “chiave” nell’attraversamento del Viterbese. Un grazie di cuore anche ai soci di Terre del Maestrale (A.S.) che ci hanno aiutato nelle complesse operazioni di sistemazione del Cammino. Infine, un sentito ringraziamento alla Marcantonini S.r.l. – Bettona che ha messo a disposizione le sue attrezzature per stampare questa lettera.
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